| NICOSIA 
             Fondata 
              in epoca bizantina, ed il nome è probabilmente di derivazione orientale 
              (il significato potrebbe essere Città di S. Nicolò), la cittadina 
              si sviluppa intorno al castello (oggi in rovina) arroccato nella 
              parte più alta. Il destino di Nicosia è comune a quello di tutta 
              la Sicilia: passa dalle mani normanne a quelle sveve, aragonesi, 
              castigliane, borboniche, ma con una nota costante che "resiste" 
              ad ogni passaggio: la forte rivalità tra le due parti del paese, 
              quella bassa e quella alta, che si stringono intorno alle "loro" 
              chiese (rispettivamente S. Nicolò e S. Maria) e creano due fazioni 
              spesso violente. Situazione già vista in Sicilia (Ragusa e Modica 
              ne sono solo due esempi), ma che qui assume aspetti di una determinazione 
              e di una aggressività inusitate. Ci si accapiglia per strada, durante 
              le processioni, e si arriva a creare una porta di mezzo che divide 
              ufficialmente in due la cittadina. Ed ancora nel 1957 il venerdì 
              santo due erano i crocefissi portati in due processioni differenti. Il centro storico è caratterizzato da strade in pietra che si restringono, 
              si allargano, salgono e scendono in un andamento medievale, a volte 
              scoprendo ancora abitazioni ricavate nella roccia (oggi spesso adibite 
              a deposito o garage), ultimo residuo di un trogloditismo un tempo 
              diffuso, anche se soprattutto nella Sicilia sud-orientale. La città 
              cela numerosi monumenti, soprattutto chiese e palazzi, molti però 
              purtroppo chiusi al pubblico per mancanza di personale o per interventi 
              di restauro.
 Piazza 
              Garibaldi - La piazza, centro della cittadina, si permea di 
              un'atmosfera suggestiva la sera, quando è illuminata da luce soffusa. 
              E delimitata dalla cattedrale di S. Nicolò e da palazzi distinti, 
              tra i quali spicca l'ottocentesco Palazzo di Città 
              che si apre, all'interno, in un'elegante corte ornata da un bel 
              lampadario in ferro battuto. Cattedrale 
              di S. Nicolò - Originariamente gotica (nasce nel 1340 come ampliamento 
              di una cappella), è stata molto rimaneggiata nei secoli. A testimonianza 
              dello stile originario restano però l'elegante portale d'ingresso 
              con una ricca decorazione a fiori, foglie d'acanto, palmette, e 
              la torre campanaria, celata da un'ingabbiatura che permette solo 
              di indovinare le eleganti bifore e trifore racchiuse da elaborati 
              archi ogivali che arricchiscono il secondo livello, Il fianco sinistro 
              si affaccia su piazza Garibaldi con un portico ad arcate ogivali, 
              anch'esso del periodo gotico. Spostandosi verso la zona absidale. 
              si possono vedere, incisi, i pesi e le misure campione. L'interno 
              è frutto di numerosi rimaneggiamenti, non ultimo la volta, finita 
              nel XIX sec. e coronata, nella cupola, da una singolare statua di 
              S. Nicolò che "pende" dal soffitto. E' opera secentesca di Giovan 
              Battista Li Volsi che, con il figlio Stefano, realizza anche il 
              coro in noce (1622), finemente intagliato a racemi e putti. I primi 
              stalli sono ornati da quattro scene che riproducono l'Ingresso di 
              Gesù a Gerusalemme (1° a sinistra) fronteggiato dall'Incoronazione 
              della Vergine (si noti, in basso, la raffigurazione di Nicosia prima 
              della frana del 1757 che colpì in particolare la parte alta della 
              città), il Martirio di S. Bartolomeo (2° a sinistra) con, di fronte, 
              il Miracolo di S. Nicolò.La copertura della chiesa cela però un segreto: oltre la volta si 
              estende un soffitto ligneo a capriate, interamente dipinto e risalente 
              al XIV-XV sec. purtroppo non più accessibile al pubblico, ma fruibile 
              attraverso una visita virtuale organizzata nel Centro Civico 
              in Palazzo Nicosia (di fronte al Municipio). Nella controfacciata 
              si trova un organo di Raffaele della Valle con la custodia lignea 
              di Stefano Li Volsi. La chiesa conserva opere di scuola gaginesca 
              (il fonte battesimale e il pulpito), il gruppo statuario dei Cristo 
              in gloria tra la Vergine ed il Battista attribuito ad Antonello 
              Gagini (2° cappella a sinistra), e nella sala capitolare, tre belle 
              tele secentesche: la Vergine col bambino tra il Battista e S. Rosalia 
              di Pietro Novelli, il San Bartolomeo di Giuseppe de Ribera, detto 
              lo Spagnoletto, di un realismo che si concretizza nelle figure dello 
              scultore e delle persone alle sue spalle, ed il Martirio di S. Sebastiano 
              di Salvator Rosa.
 Imboccando la salita Salomone, che lascia intravedere nei palazzi 
              che la fiancheggiano un fasto passato, e proseguendo per via Ansaldi, 
              si giunge alla  Chiesa di S. Vincenzo Ferreri, affrescata 
              da Guglielmo Borremans, ed a S. Maria Maggiore, in posizione panoramica 
              sui monti e sulla città bassa.
 S. 
              Maria Maggiore - Nel 1757 una frana spazza via la parte alta 
              dei paese con la chiesa di S. Maria Maggiore. Ben presto viene iniziata 
              la costruzione di una nuova chiesa, leggermente più in alto rispetto 
              alla precedente e tutti gli abitanti dei quartiere si industriano 
              per far fronte alle spese, i nobili La Via donano il bel portale 
              secentesco dei loro palazzo, che viene ad ornare il prospetto principale. 
              All'interno, lo sguardo è subito attratto dalla Cona, grande icona 
              marmorea a sei livelli raffigurante episodi della vita della Madonna 
              e coronata dalla figura di S. Michele. E' opera di Antonello Gagini 
              e delle maestranze. Alla fine della navata destra si trova il trono 
              di Carlo V, utilizzato dal re in visita alla città nel 1535. Alle spalle della chiesa in cima alla ripida parete rocciosa si 
              ergeva il castello, oggi ridotto a pochi resti. Per raggiungerlo 
              è possibile anche imboccare in auto via S. Simone, una salita appena 
              fuori dal centro, risparmiandosi così una lunga camminata.
  Castello 
              - I resti del castello sono ridotti ad un arco ogivaie d'ingresso, 
              aperto nel bastione, e poche altre vestigia di una torre. Da quassù 
              si gode di una bella vista sull'abitato e sui monti tutt'intorno. Tornare in direzione di piazza Garibaldi e proseguire lungo 
              via F.lli Testa. Su un'altura, a destra, si erge la chiesa del SS. 
              Salvatore.
 SS. 
              Salvatore - La chiesa, preceduta da un portico, è situata su 
              un'altura da dove si gode di una bella vista sulla città. Proseguire per via F.lli Testa, poi via G. B. Li Volsi e imboccare 
              una salita sulla sinistra all'intersezione con via Umberto I.
 Chiesa 
              dei Cappuccini - Conserva un bel tabernacolo ligneo settecentesco 
              attribuito a Bencivinni e belle tele dello Zoppo di Gangi, Gaspare 
              Vazzano: la Madonna degli Angeli, S. Barbara e S. Lucia.   | EnnaAgira
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